Bondeno, il Po, destra Po, Garibaldi e Matteotti
Ieri pomeriggio giornata strana, non volevo stare in casa ma il cielo minacciava pioggia.
Vado a Stellata.
Non avevo voglia di arrivarci in macchina, carico la bicicletta e attraverso il Po, subito dopo il ponte giro a destra (Pontelagoscuro, Ferrara, Emilia-Romagna).
Parcheggio dopo poche centinaia di metri (la strada diventa solo per pedoni, biciclette e i pochi autorizzati), prendo la bicicletta ed inizio a pedalare lungo gli argini (destra Po).
A sinistra campagna sterminata, senza paesi e con poche cascine disabitate, a destra golene con pioppeti e coltivazioni. Si fa quasi fatica a vedere il Po.
Inizia a piovere, resisto alla tentazione di tornare indietro. Per fortuna smette. Continuo a pedalare nel silenzio più totale senza veder anima viva per chilometri.
Vedo un rapace diurno, una biscia di un metro e mezzo, alcuni fagiani.
Arrivo a Ravalle (frazione di Ferrara): Stellata a 30 di più km. Mi costringo ad andare avanti almeno fino a Bondeno.
Arrivo a Bondeno. Il terremoto ha reso tutto pericolante.
Mi fermo davanti al Municipio.
Guardandolo a sinistra scorgo il segno dell’altezza delle acque del Po della rotta del 1872 (questa è toccata a me la prossima tocca a te! Polesine 1951).
In centro-sinistra il trionfo di Giuseppe Garibaldi (la piazza si chiama piazza Garibaldi).
Stupore, sopra Garibaldi, alla sinistra della finestra centrale dell’edificio, quella con il terrazzino per i possibili comizi, una lapide a Giacomo Matteotti.
Giacomo Matteotti
cadde per l’idea
sotto il pugnale della tirannide
rivive oggi nel popolo
fiamma e stimolo di lotta
il comune nel 22° anniversario
10-6-1946
P.S. Cosa spinse Bondeno a ricordare Matteotti più di Garibaldi quando in Polesine spesso non si sa dove nacque, dove hanno fatto i funerali ed è sepolto?