Si andrà (tornerà) ad un turismo green?

Il turismo è sempre stato green in Italia.

La gita fuoriporta, le vacanze lunghe e vicine, dove i genitori potevano raggiungere i figli la sera stessa o nel weekend.

Poi ci hanno insegnato che si doveva conoscere il mondo, che

• era importante trascorrere una settimana di ferie alle Maldive, alle Seychelles, …
• si poteva avere la casa alle Canarie o alle Baleari
• la crociera ci permetteva ogni mattina di svegliarci in un posto diverso, in una nazione diversa
• più il posto era strano e distante più la vacanza sarebbe stata prestigiosa ed arricchente

Ed oggi? Oggi devi essere green. Anche le vacanze devono essere green.
La soluzione è semplice: se hai pochi soldi, se il carburante continua ad aumentare, i giorni di vacanza si ridurranno sempre più (a meno di non rispolverare strutture come le colonie, o vacanze da parenti, nonni e pochissime casalinghe, casalinghi, o disoccupati che potrebbero occuparsi) e i mezzi di trasporto torneranno ad essere a trazione umana o quasi (camminate, pellegrinaggi, biciclettate o bikers con monopattini elettrici), le distanze sempre minori con la riscoperta dei nostri meravigliosi borghi e paesini.
Speriamo che questo porti anche ad una riscoperta delle tradizioni alimentari. Le trattorie con piatti tipici ed a buon mercato sono introvabili. Lo stesso dicasi per pensioncine, forni, gastronomie, vini, formaggi, … 
Sembra che l’unico modo di fare vacanze economiche sia trovando la megaofferta (di siti americani tranne poi scoprire che telefonando direttamente si spende meno e si viene trattati meglio), e che mangiare e dormire fuori casa sono solo ad appannaggio di ricchi.
Confido invece che il concetto di vacanza green si possa anche sposare con risparmio e non solo energetico e non come scelta di vita per pochi ricchi così come viene inteso con le automobili green, le case green, il cibo green, …