Corsa e street art (musei all’aperto)
Il covid ci sta insegnando due cose: porta tutto nel computer o porta tutto all’aperto.
Smartworking vs Outdoor life
Mentre inizia ad essere chiaro a tutti cosa vuol dire smartworking, come cercare di lavorare, studiare, comprare, vivere al meglio via computer e internet, è ancora spesso da inventare l’outdoor life, il portare tutto all’aperto per riuscire a fruirlo al meglio, camminando, correndo, andando in bici o in monopattino, gironzolando con tempi lenti che permettono soste, approfondimenti, curiosità, ma senza entrare.
Negozi, musei, centri commerciali, … tutto è pensato per il chiuso e quando era pensato per l’aperto, come le piazze, era pensato per l’assembramento.
Purtroppo le nuove parole d’ordine sono aperto e sparpagliato.
E’ in quest’ottica interessante la proposta street art (museo all’aperto o proposta artistica all’aperto) e corsa, in questo caso proposta da Suunto.
Street Art Run, una serie di percorsi running in alcune città europee e italiane (Barcellona, Monaco, Lione e Torino) per scoprire correndo le opere di street art dei nostri percorsi quotidiani. “Run For Street Art” il motto dell’iniziativa che vede coinvolti i runner in percorsi guidati, facili da seguire per conoscere e apprezzare la street art locale, le realizzazioni più significative e spettacolari.
Curioso inoltre per me, ex torinese, scoprire da Sunto una nuova Torino che non conoscevo e non conosco.
In Italia, la scelta è ricaduta su Torino, come ci spiega Laura Paolini, marketing manager Suunto IT, la quale afferma: “I murales sono una forma d’arte capace di trasformare completamente il volto di una città: basta il talento e la visione di uno street artist armato di colori per tramutare le pareti anonime di un edificio in finestre su mondi inaspettati. Senza dubbio Torino rappresenta un esempio eccezionale di questo potere trasformativo della street art”. “A ciò si aggiunge il fatto che storicamente Torino è la città simbolo dell’industria italiana e delle fabbriche a pieno ritmo. Oggi è una realtà molto diversa, che però conserva le testimonianze architettoniche di questo recente passato, che ha saputo sapientemente riconvertire in aree dedicate ai cittadini. Basti pensare al Parco Dora, luogo della partenza del nostro percorso cittadino, che sorge in un’area di 456.000 mq dove fino agli anni ‘90 operavano le fabbriche della Fiat, della Michelin e delle Officine Savigliano (i vagoni dell’Orient Express sono nati proprio qui) e che rappresenta invece oggi uno dei polmoni verdi più estesi della città, dedicato a tutte le attività outdoor. Non un parco tradizionale, ma qualcosa di simile a un’enorme installazione artistica a cielo aperto dove farsi rapire, in ogni angolo, dalle forme e dai colori delle opere di artisti italiani ed internazionali”.
Personalmente sono contrario ai murales, penso che si rovinino troppo in fretta lasciando poi città più brutte di prima (mi piace più un muro scrostato che un murales stinto e decadente come ho già visto in alcune città dell’est), e preferisco sculture o installazioni in grado di lasciare quasi un segno indelebile, però, ora sono curioso, e spero di tornare a breve a Torino e visitare Parco Dora.