Arte povera a Bologna: le mie impressioni
Venerdì pomeriggio sono riuscito ad andare al MAMbo con la famiglia e sfruttare così la giornata open.
Avevo tante aspettative dovute ai seguenti fattori:
- Nell’anno dell’Arte Povera per me costituiva la prima di una serie di mostre importanti a cui non si poteva mancare
- Avevo partecipato nel 2010 ad una incredibile antologica di Zorio
- Ero stato in mattinata a Reggio Emilia vedere l’incredibile performance di Shimamoto
Forse mi aspettavo troppo!
Non mi hanno permesso di fare fotografie, nonostante mi fossi accreditato.
La mostra era costiuita di poche opere, storiche, ma forse non così impressive come mi attendevo (c’era anche Boetti?).
Le meravigliose fotografie di Anselmo le avevamo già viste nella collezione permanente.
Segnalo due perle appena fuori dal MAMbo:
- il Parco Cavaticcio con due stupende opere di Arnaldo Pomodoro e Mimmo Paladino
- La galleria Sponda, in un garage, con una personale su Riccardo Baruzzi.
L’artista, il curatore e il gallerista sono rispettivamente invitati a dare vita ad
una propria modalità di installazione dei lavori all’interno dello spazio espositivo; questi interventi,
che si svolgeranno nella durata di tutta l’esposizione ad intervalli regolari, consistono nel cambiare
posizione o addirittura nel sostituire le opere scelte in principio dall’artista.