L’arte a Milano negli anni 60: Giorgio Chiesi
Il giovane imprenditore Giorgio Chiesi del settore dell’occhialeria di design abbandonò tale fiorente attività per dedicarsi completamente all’arte, cosa lo spinse?
Ebbe sempre una grande passione per l’arte e per il design e sebbene non avesse fatto studi specifici, disegnare e pitturare risultavano per Giorgio
naturali e le persone attorno a lui se ne resero subito conto, apprezzando
le sue produzioni e spronandolo a diventare artista.
Per colmare le sue lacune, da autodidatta si buttò a capofitto a studiare la
storia dell’arte e i fondamentali. Furono anni di sperimentazioni incoraggiate da amici e dai primi clienti.
L’arte di Chiesi inizialmente inizialmente venne influenzata dai capolavori di Francis Bacon e Alberto Giacometti.
In seguito, la possibilità di avere come amici pittori affermati come
Gianfranco Ferroni, Giuseppe Migneco e Ibrahim Kodra, velocizzò la sua crescita professionale e la sua carriera.
La fine degli anni ’60 rappresentarono un periodo di studio e di applicazione intenso che lo prepararono per le sue prime personali negli anni ’70.
I quadri di questo periodo sono caratterizzati dal realismo sociale: interni
poveri, periferie milanesi dove si intravede un “futuro” disagio.
Successivamente, ebbe modo di frequentare altri artisti milanesi che influenzarono l’intera arte italiana e non solo: Gianni Dova, Aligi Sassu, Ennio Morlotti, Bruno Cassinari, Ernesto Treccani, quasi tutti componenti del gruppo di “CORRENTE”, fondato da Treccani dal 1934 al 1943.
Giorgio Chiesi ha lo studio a Busseto, la terra di Giuseppe Verdi.
GiorgioChiesi.net