La tecnologia o la anticipi o la combatti
Il nostro mondo ci mette davanti ad un bivio: cavalcare, anticipare, precedere la tecnologia o combattere, negare, distruggere, abolire la tecnologia. La via di mezzo (farsi portare, farsi trascinare dalla tecnologia) sarà solo una lenta agonia.
Anticipare la tecnologia
Anticipare la tecnologia sarà sempre più complesso perché in primo luogo bisogna conoscere la tecnologia. Non fate l’errore di confondere la conoscenza con l’utilizzo. Inoltre la conoscenza della tecnologia presuppone la conoscenza del suo pregresso e la visione di insieme per poter comprendere ed anticipare il sempre più immediato futuro. Se la visione negli anni ’60 poteva essere anche a 50 anni, prendete ad esempio le tematiche sollevate da molti libri di fantascienza dove già si anticipavano le problematiche del rapporto uomini-robot, oggi la visione fa fatica ad andare oltre i 5 anni e le competenze richieste per riuscire ad avere una tale visione sono mostruose.
A breve un’intelligenza umana non potrà più avere una visione globale basata su conoscenze e sarà obbligata ad avere sempre più una visione parziale a meno di non potenziare le capacità cerebrali o di riuscire ad arrivare a tale visioni per vie diverse dal normale ragionamento.
Combattere la tecnologia
Più seguo la tecnologia, più mi accorgo dei problemi emergenti dall’abuso di utilizzo di tecnologia (abuso di videogiochi, abuso di social, abuso di porno online, abuso di smartphone, abuso di …) a dispetto della distruzione di modalità tradizionali di vita (difficoltà di interrelazione, difficoltà di trovare un compagno/a, difficoltà di cucinare, difficoltà di toccare la carne cruda, difficoltà di comprendere il dolore e la morte, difficoltà di …) e più mi rendo conto che non sono molte le vie di lotta alla tecnologia. Queste le due principali modalità identificate di lotta tech:
La radicalizzazione
Se non interpretiamo le religioni ma le prendiamo alla lettera siamo obbligati a ritornare a quando le religioni sono nate e di conseguenza in modo radicale neghiamo la tecnologia, compreso tutto quello che di buono ha portato. Certo che oggi sembra assurdo, soprattutto per me donatore AVIS, negare le trasfusioni, ma sarà giusto permettere, tra non molto, il trapianto di cervello, la possibilità di vivere una vita sempre meno umana, almeno nei suoi componenti essenziali, o addirittura la possibilità di vivere una vita extracorporea?
Tornare ai fondamenti
Non è un caso se la fantascienza contemporanea parla sempre meno di proiezioni futuribili e descrive sempre più una vita, spesso post catastrofe, che torna ai fondamenti.
Abbiamo veramente bisogno della catastrofe per poter tornare ai fondamenti? Abbiamo bisogno di distruggere la tecnologia per tornare ai fondamenti?
Una guerra, una inondazione, una pandemia, … è l’unico modo?
Penso che questa estate sarà un’estate diversa.
Proverò a spegnere di più la tecnologia, proverò ad andare in zone poco abitate, proverò a stare più in famiglia, proverò a parlare di più, proverò di più a leggere un libro e magari anche il Vangelo, proverò a …riscoprire i fondamenti.
Mi piacerebbe andare sul Monte Athos o in piccolissimo paesino, quasi disabitato, della Grecia.
Il mondo continuerà ad andare avanti per la sua strada ma non sono mai stato un radicale.
Inoltre questa mia visione della realtà al momento cozza almeno con le esigenze delle mie figlie adolescenti.
p.s. Da Milano a Rovigo, da Rovigo a Bosgattia o Scano Boa (anche il Polesine offre luoghi dove riscoprire i fondamenti)?